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  • Doppelreferendum

Einreichung Doppelreferendum - Referat V. Alleva

Una spaccatura profonda della società svizzera
Vania Alleva

Vania Alleva, Sindacato Unia

Gentili signore e signori della stamp

Dopo oltre 70 anni la legislazione sugli o meglio contro gli stranieri è oggetto di una revisione totale. Nota bene: dopo oltre 70 anni! Dopo tanto tempo, ci si poteva aspettare una legge che cercasse di dare una risposta vera e adatta alla situazione di migrazione e d’integrazione attuale. Il prodotto, invece, è una legge xenofoba e discriminatoria, sulla scia della legge degli anni trenta, che introduce sì qualche articolo sull’integrazione ma che ne fissa 10 volte tanti di carattere penale. Oltre a pene più severe e all’aumento delle possibilità di reclusione sono stati introdotti nuovi tipi di reato. Le misure coercitive sproporzionate della legge sull’asilo trovano ora applicazione anche nell’ambito della legge sugli stranieri. La nuova legge subordina tutto ad una lotta eccessiva contro eventuali abusi.

La legge è così corrosa di diffidenza che si trasforma in assurdità: persino gli svizzeri sono discriminati nel proprio paese. È il caso degli svizzeri sposati con una cittadina o un cittadino non-UE. Queste coppie binazionali hanno meno diritti di una coppia proveniente dall’UE in materia di convivenza, di soggiorno e di ricongiungimento famigliare.

Regolamentare l’accesso è una cosa, ma non ha assolutamente senso ed è inaccettabile discriminare delle persone che già da anni vivono e lavorano in questo paese. Perché queste persone non possono avere gli stessi diritti di un cittadino UE appena arrivato? Perché persino dopo 10 anni di soggiorno impeccabile in Svizzera con regolare permesso non si può avere un diritto legale al permesso di domicilio? Le massicce restrizioni arbitrarie nell’ambito del ricongiungimento familiare e dei permessi di soggiorno non favoriscono certo l’integrazione, anzi rischiamo una spaccatura profonda della società svizzera.

Dal punto di vista sindacale è evidente che più è precaria la situazione giuridica di un lavoratore o di una lavoratrice, più è esposto a possibili sfruttamenti. La nuova legge spingerà molti migranti nell’illegalità e allo stesso tempo non prevede alcuna possibilità di regolarizzare la situazione di lavoratori che già da diversi anni vivono in Svizzera senza regolare permesso di soggiorno. Tutto ciò ci ricorda gli anni 60 e 70, la tragedia dei bambini e delle mogli nascosti di tanti lavoratori stagionali.

Certo siamo lontani dal vivere in una società multiculturale dove tutti si capiscono e sono felici e contenti. Tuttavia, la legge uscita dal parlamento non risolve nessuno degli attuali problemi, al contrario, ne produce e aggiunge nuovi. È risaputo che certezza in materia di soggiorno e pari opportunità sono la base per ogni vera integrazione. La nuova legge sugli stranieri avrebbe dovuto orientarsi a questi concetti fondamentali.

Per ulteriori informazioni: Vania Alleva, Sindacato Unia, Tel. 079 620 11 14, pdf (1 S.)

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